Lo scorso 5 febbraio si è celebrata la Giornata Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari, una preziosa occasione per riflettere su quanto cibo viene sprecato ogni anno. Che non è poco. Nel 2024, ad esempio, è stato sprecato il 10% di cibo in più rispetto all’anno precedente, il che significa che ognuno di noi ha buttato via ben 618 grammi alla settimana, contro i 566 del 2023. Fortunatamente, esistono diversi metodi per ridurre lo spreco alimentare: alcuni sono molto semplici, e consistono nel rispolverare le ricette tradizionali preparate con gli avanzi; altri sono più complessi e si basano sulla tecnologia o, meglio, sull’intelligenza artificiale, uno strumento che, se per molti versi spaventa – per esempio quando si tratta del confezionamento di fake news – per altri può rivelarsi molto utile. Come, appunto, nel caso della lotta allo spreco alimentare.
Scopriamone di più.
La relazione tra settore alimentare e intelligenza artificiale può essere molto proficua, dal momento che, proprio grazie all’AI, è possibile ridurre concretamente lo spreco di cibo. Come? Una delle modalità più efficaci consiste nella pianificazione avanzata della domanda, utile soprattutto per la vendita al dettaglio ma applicabile anche nel settore della ristorazione. Attraverso un’analisi dei dati è infatti possibile fare una stima dei trend degli ordini in relazione ai comportamenti d’acquisto, offrendo così ai rivenditori la possibilità di rifornirsi con maggiore efficienza: in altri termini, nel momento in cui, ad esempio, un ristoratore sa quali cibi preferiscono consumare i propri clienti – stima possibile proprio tramite l’utilizzo dell’intelligenza artificiale – acquisterà con maggiore attenzione dai fornitori, riducendo lo spreco. Se nel settore della vendita al dettaglio e della ristorazione si utilizzassero soluzioni basate sull’AI, si eviterebbero più di 900mila tonnellate di rifiuti alimentari, con il conseguente risparmio economico e con una netta riduzione delle emissioni di CO2.
Una seconda modalità tramite la quale intelligenza artificiale e sostenibilità ambientale possono progredire di pari passo è legata all’estensione della shelf-life dei prodotti: grazie a sensori e tecnologie che funzionano con l’intelligenza artificiale è possibile raccogliere dati utili circa il deterioramento degli alimenti, permettendo così una maggiore efficienza nella gestione dei prodotti. Per fare un esempio concreto, attraverso queste soluzioni è possibile capire quando trasportare delle banane dalla sala di maturazione ai veicoli di trasporto, fino al banco del supermercato.
Un terzo modo in cui l’AI può essere utilizzata nel settore alimentare riguarda il tracciamento e l’analisi dei rifiuti. Molto utili sia in ambito produttivo che in settori come la ristorazione, le soluzioni di tracking e analisi dei rifiuti basate sull’intelligenza artificiale possono offrire un valido aiuto nell’identificazione delle principali criticità legate a questi, in modo da implementare le iniziative di riduzione degli sprechi.
Come abbiamo visto grazie agli esempi sopraelencati, l’utilizzo dell’AI nel settore alimentare può ridurre significativamente lo spreco di cibo (e anche di acqua) e, di conseguenza, l’impatto ambientale – in termini di emissioni di CO2 – e il danno economico che ne sono direttamente legati. Tuttavia, il rapporto tra settore alimentare e intelligenza artificiale solleva anche questioni di natura etica e operativa che non possono essere ignorate. Un utilizzo sempre più diffuso di sistemi automatizzati, ad esempio, amplierebbe ulteriormente il divario tecnologico tra le diverse nazioni, accrescendo ulteriormente le criticità connesse alle dinamiche globali del cibo. C’è poi la questione della privacy, sia per l’analisi dei dati agricoli riguardanti la produzione del cibo, sia per le abitudini di consumo: per questo è fondamentale una regolamentazione chiara e trasparente che permetta di evitare abusi e manipolazioni, facendo sì che il progresso tecnologico progredisca sempre accompagnato da politiche responsabili e inclusive, nel pieno rispetto delle tradizioni locali e degli equilibri ecologici e sociali. Non bisogna infatti dimenticare che quando si parla di sostenibilità ambientale non si sta argomentando solo in termini di efficienza ma anche di etica. Per questa ragione, nonostante le applicazioni pratiche degli strumenti basati sull’AI per la riduzione dello spreco alimentare stiano dando risultati molto promettenti è necessario che sviluppatori, aziende agricole e zootecniche e policy makers lavorino sinergicamente in modo da garantire un’evoluzione delle soluzioni di intelligenza artificiale che sia etica e sostenibile.
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